La normativa italiana sul pilotaggio dei droni

Guidare un drone, in Italia, è certamente un’attività che richiede delle autorizzazioni specifiche, sia nel caso in cui sia effettuata per scopi di carattere professionale, sia per scopi di tipo ludico.
Anzitutto, c’è da sottolineare che nel nostro paese l’ente che disciplina l’uso dei droni è l’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (un po’ come succede negli USA con l’ente che deve approvare i droni amazon). L’ENAC definisce i droni come SAPR, ovvero Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto; il pilotaggio remoto, infatti, è la peculiarità principale che contraddistingue i droni, velivoli che, appunto, sono comandati a distanza tramite degli appositi dispositivi.
L’ENAC distingue inoltre i droni sulla base della loro massa, ovvero li distingue tra droni con massa al decollo minore di 25 Kg e droni con massa al decollo pari o maggiore a 25 Kg; le certificazioni che la legge richiede sono certamente più rigorose e più particolareggiate per quanto riguarda i velivoli più pesanti, dunque quelli appartenenti alla seconda categoria.
A livello normativo sussiste, in Italia, una sorta di “vuoto” da questo punto di vista come si discuto su droniblog: l’assenza di norme specifiche, di fatto, equipara l’utilizzo di un drone all’utilizzo di un velivolo classico, dunque di un aereo con conducente.
Da questo punto di vista, tuttavia, le cose stanno certamente muovendosi: l’ENAC, infatti, ha recentemente istituito il primo corso ufficiale per pilota di droni, il quale consentirà agli allievi di assicurarsi un patentino.

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